Due importanti iniziative, promosse dalla Filcams CGIL, caratterizzeranno la settimana dei diritti per i lavoratori del commercio: lo sciopero di venerdì 22 dicembre e la campagna contro il lavoro nelle festività del 25, 26 dicembre e 1 gennaio. In merito alla prima azione, la Filcams Cgil, chiama alla mobilitazione e alla lotta i lavoratori delle aziende associate a Federdistribuzione, per l’intera giornata di venerdì 22 dicembre, per il mancato rinnovo del CCNL TDS del 2015. Ormai da 4 anni le aziende della Grande Distribuzione e della Distribuzione Organizzata, associate a Federdistribuzione, impongono unilateralmente l’applicazione di quello che a tutti gli effetti risulta essere un regolamento associativo, residuo del precedente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Terziario, Distribuzione e Servizi scaduto nel 2013. Federdistribuzione, infatti, in spregio a un diritto costituzionalmente garantito, non solo oppone un’irragionevole chiusura rispetto alla definizione di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore, ma continua, ingiustificatamente, a rifiutarsi di applicare il rinnovo del CCNL TDS del 2015, unico che al momento è tenuta ad applicare. “La Filcams Cgil ritiene grave la condotta mantenuta dall’associazione datoriale ed inaccettabile il danno che tale comportamento determina per le lavoratrici e i lavoratori sia sotto il profilo retributivo che contributivo, anche in considerazione degli incrementi salariali erogati unilateralmente, nettamente inferiori a quelli previsti dal CCNL rinnovato” – ha dichiarato Vincenzo Bellopede, Segretario Generale della Filcams Cgil di Caserta – “Ad aggravare ulteriormente la posizione di Federdistribuzione, le tante vertenze che coinvolgono i gruppi della Distribuzione Moderna Organizzata”, le procedure di licenziamento collettivo, le disdette dei contratti integrativi aziendali, l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi, che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per decine di migliaia di lavoratori. Si tratta, dunque, di una situazione irrecuperabile sul piano negoziale, che necessita di una mobilitazione efficace. Al fine di rendere efficace la mobilitazione, le strutture territoriali potranno articolare diversamente la giornata di sciopero: 4 ore da effettuarsi il 22 dicembre e altre 4 da programmare a livello territoriale, anche in modalità improvvisa, entro il 6 gennaio 2018”.

Legata ad una situazione non meno difficile si presenta l’altra iniziativa, No al lavoro per le festività, #La festa non si vende!, che invita i lavoratori e le lavoratrici all’astensione per le festività del 25, 26 dicembre e 1 gennaio. “Sottolineando quanto molte sentenze hanno sancito: il lavoro nelle festività civili e religiose individuate dal CCNL non è un obbligo e il lavoratore non può essere comandato al lavoro senza il proprio assenso. – ha affermato Camilla Bernabei, Segretaria Generale della CGIL di Caserta – Anche quest’anno arriviamo al periodo natalizio senza che la legge sulle liberalizzazioni sia stata modificata. Essa giace in Parlamento, mentre 2 milioni di lavoratori continuano a reclamare i loro diritti. Con le liberalizzazioni, infatti, sono solo peggiorate le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori che non riescono più ad avere una vita lavorativa che gli permetta di coltivare e realizzare una vita sociale dignitosa, che possa conciliare il lavoro con la famiglia, i figli, gli affetti. Il decreto Monti, contrariamente a quanto promesso, non ha portato né occupazione, né incrementi, delle vendite, né salari più alti, per cui è più che mai necessario sollecitare la modificazione di una legge che oggi impone inutilmente il sempre aperto e sopprime posti di lavoro, consumi e soldi da spendere!”.