La Camera del Lavoro di Caserta aderisce all’appello lanciato dalla CGIL Nazionale, come parte della campagna IO ACCOLGO insieme alla campagna Ero Straniero, rivolto al Governo affinché si adoperi urgentemente per un provvedimento straordinario di regolarizzazione per i cittadini stranieri non comunitari già presenti in Italia a fronte di un contratto di lavoro nel settore agricolo, in quello dei servizi di cura alla persona così come in quello edile. Sono questi infatti i settori in cui si registra maggiormente la presenza di lavoratori immigrati irregolari.
Come denunciato più volte dalle associazioni di categoria e dalla stessa Ministra dell’Agricoltura Bellanova il fabbisogno stimato per soddisfare la richiesta di manodopera solo in agricoltura è di almeno 250.000 persone, fabbisogno che non potrebbe essere coperto dai lavoratori romeni che dovrebbero arrivare con uno specifico “corridoio verde” che si sta studiando in queste ore nelle stanze del Ministero.
Il rischi che si corrono sono molteplici, ma due in particolare destano maggiori preoccupazioni. Mentre da un lato si rischia lo stop del settore agricolo e di conseguenza della fornitura di generi alimentari nei negozi, dall’altro è più che plausibile il ricorso al lavoro sommerso e di conseguenza al caporalato e allo sfruttamento.
Questo vale anche per il settore edile, dove migliaia di piccoli e grandi cantieri rischiano di non ripartire una volta finita l’emergenza socio-sanitaria.
Un altro settore che desta particolare preoccupazione è quello dei servizi di cura alle persone anziane, malate e non autosufficienti. Sono migliaia le lavoratrici e i lavoratori rimasti senza un lavoro a seguito delle misure di contenimento. Persone affezionate ai nostri anziani e formate per prendersi cura di loro ma che per assenza di regolare titolo di soggiorno hanno dovuto abbandonare le nostre case e i preziosi servizi che fornivano.
In territori particolarmente difficili queste misure rischiano di avere effetti catastrofici. Nella nostra Provincia registriamo diversi insediamenti di varie comunità, si pensi a Casal di Principe, Castel Volturno, Villa Literno… Luoghi in cui è fortissima la presenza di immigrati irregolari e il rischio socio sanitario è altissimo. Malgrado molte associazioni si siano adoperate per fornire assistenza e beni di prima necessità, questi bastano a malapena a coprire le primissime fasi dell’emergenza e non restituiscono dignità a persone già provate ed emarginate dalle iniquità delle nostre leggi. Basti ricordare che per effetto del decreto Salvini a migliaia di richiedenti asilo è stata inibita l’iscrizione anagrafica e quindi, malgrado regolarmente presenti sul territorio non possono avere accesso alle misure di welfare messe in atto dai comuni.
Con il nostro sportello di assistenza abbiamo assistito in queste ultime 5 settimane centinaia di lavoratori migranti e rifugiati. Abbiamo inoltrato circa 300 richieste di indennità covid-19 per lavoratori del settore agricolo, titolari di partita iva e lavoratori del turismo, assistito 120 persone alla compilazione delle richieste di bonus spesa presso i vari comuni della nostra provincia, risposto a centinaia di chiamate per i più svariati motivi, da richieste di informazioni circa il permesso di soggiorno a come riuscire a pagare l’affitto. Abbiamo istituito due numeri dedicati disponibili a tutte le ore. Ci rendiamo conto che tutto questo non basta e che serve un intervento serio delle Istituzioni. Centinaia di migliaia di migranti restano fuori dai circuiti di assistenza ufficiale perché privi di permesso di soggiorno. Persone per cui è difficile avere accesso al sistema sanitario, emarginate, confuse e a cui lo Stato deve poter dare una risposta concreta, fuori da slogan e proclami.
Bisogna anche considerare che con l’assunzione di nuovi lavoratori, inoltre, si avrebbero per lo Stato nuove entrate fiscali e contributive, preziosissime in questo momento così critico.
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sostiene che “È di vitale importanza assicurare che tutti, migranti e rifugiati compresi, possano accedere in modo paritario ai servizi sanitari e siano inclusi efficacemente nei piani nazionali di risposta all’emergenza COVID-19, incluse le misure di prevenzione e la possibilità di sottoporsi a esami clinici e terapie. Tale inclusione permetterà non solo di proteggere i diritti di rifugiati e migranti, ma anche di tutelare la salute pubblica e contenere la diffusione globale di COVID-19”.
Rilanciamo a gran voce una richiesta di regolarizzazione di massa sia per proteggere il diritto alla vita e alla salute di ogni individuo, sia per soddisfare la richiesta di lavoratori che perviene dalle nostre aziende.